I “Gifted” (dal termine inglese highly gifted, che tradotto in italiano significa destinatario di un dono) sono quei bambini plusdotati che hanno doti intellettive superiori alla norma. Si pensa spesso che la definizione di alto potenziale cognitivo rimandi a qualcosa di positivo, ma sappiamo che nella quotidianità non è sempre così.
Deve essere posta una distinzione tra il bambino brillante e il bambino gifted. Il primo segue infatti traiettorie di sviluppo che lo portano a rimanere nei limiti della normodotazione: si tratta di soggetti curiosi, che si esprimono attraverso un vocabolario consono al loro sviluppo, che utilizzano strategie di apprendimento tipiche e che, posti di fronte a un problema, percorrono ogni tappa dei processi mentali per risolverlo. I secondi presentano invece caratteristiche qualitativamente differenti, atipiche rispetto al loro sviluppo, andando così ben oltre la linea di confine della normalità.
“Gifted” definisce il bambino ad alto potenziale come colui che manifesta performance o ne ha il potenziale a un livello significativamente superiore rispetto ai pari, in cui, però, l’aspetto caratteristico è rappresentato da un’asimmetria nello sviluppo del bambino dal punto di vista emotivo, che si manifesta in un livello cognitivo sopra la media accompagnato da una non corrispondente maturità emotivo-relazionale e da scarsa capacità di giudizio.
Per questa ragione riteniamo che una riflessione vada dedicata anche a quei bambini che presentano livelli intellettivi più alti della media. Essi, per ciò che riguarda la sfera intellettiva, non seguono i normali ritmi evolutivi e rispetto alla loro età cronologica mostrano capacità più elevate. Viene da pensare a loro come a dei bambini fortunati, che ottengono il massimo con il minimo sforzo; in realtà se le capacità si trasformano in diversità, essi possono sentirsi non accolti e incapaci di vivere serenamente la relazione con i coetanei. Le frasi più frequenti risultano: è troppo irrequieto, impulsivo, distratto. Questi i commenti più diffusi riguardo ai bambini gifted. Appaiono come alunni impazienti con difficoltà relazionali e isolati rispetto al gruppo classe o come bambini ansiosi e stressati, o ancora come bambini aggressivi o “strani”. Per plusdotazione non intendiamo quindi soltanto una persona più intelligente o rapida nel processare un’informazione, ma si considera una persona con una maggiore sensibilità e capacità di analisi delle situazioni alle quali è esposto.
Lo sviluppo asincrono consiste in una precocità delle competenze cognitive, superiori per l’età, non seguite da una pari maturità emotiva e relazionale di supporto. Si tratta di bambini predisposti a vivere le situazioni in maniera più intensa a livello cognitivo, emotivo, sensoriale ed immaginativo.
Le caratteristiche osservabili nella plusdotazione sono:
- curiosità e voglia di conoscere questioni complesse (fa molte domande e ha tanti perché);
- vocabolario avanzato rispetto all’età cronologica ed utilizzo di parole ricercate;
- memoria e apprendimento molto sviluppati;
- discrepanza tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo;
- difficoltà nel riconoscere l’autorità (appaiono come bambini sfidanti);
- problemi di relazione con il gruppo dei pari;
- insolita profondità emotiva ed intensità dei sentimenti provati;
- marcato idealismo e senso di giustizia già in età precoce.
Un importante elemento di distinzione è la precocità: i bambini superdotati hanno spesso uno sviluppo intellettivo precoce e seguono tappe di sviluppo più rapide rispetto ai loro coetanei. L’errore più grande che si possa fare, è pensare che, visto che sono particolarmente dotati da un punto di vista cognitivo, non abbiano bisogno di sostegno e supporto.
Possiedono una capacità di apprendimento quantitativamente e qualitativamente più elevata, prediligono un pensiero logico, hanno bisogno di poco aiuto nello svolgere i loro compiti e manifestano in genere una certa insistenza nel volersela cavare da soli.
Un’altra caratteristica è la motivazione: essi appaiono motivati e tenaci nel perseguire i loro obiettivi, sono curiosi, vivaci, hanno molteplici interessi, sono appassionati della lettura. Pur amando la compagnia, molti mostrano anche una marcata introversione e sono selettivi nella scelta delle amicizie.
Per quanto riguarda i bambini plusdotati devono essere fatte alcune considerazioni sulla particolarità del loro funzionamento intellettuale ed affettivo. Essere plusdotato non significa essere più intelligente degli altri, ma funzionare con un modo di pensare, una struttura di ragionamento differente. Sul piano affettivo il bambino plusdotato percepisce e analizza con un’acuità eccezionale tutte le informazioni provenienti dall’ambiente e dispone della straordinaria capacità di sentire con grande finezza lo stato emozionale degli altri. Essere intellettualmente precoce significa essere in anticipo sugli altri riguardo ad alcuni apprendimenti (linguaggio, lettura), ma non sempre la sua precocità gli è d’aiuto nel suo sviluppo. Si tratta di bambini fragili, sempre in uno stato di ipervigilanza rispetto a quello che avviene attorno loro, che hanno spesso paura e sul piano emozionale vivono una grande solitudine.
Il bambino plusdotato ha spesso un modo di guardare, un modo di essere al mondo con uno sguardo molto scrutatore che può destabilizzare gli altri, i quali rimandano loro un sentimento di estraneità. Può instaurarsi una spirale di delusione reciproca, dove il bambino si sente mal compreso e sarà segnato dall’insoddisfazione e dalla frustrazione così frequente nel bambino plusdotato. Si crea un conflitto che spinge il bambino a chiedersi se può essere ciò che sente o essere ciò che gli altri si aspettano da lui. Deve conservare il proprio sistema di pensiero o adottare quello degli altri, che pare essere più adeguato, ma gli sembra meno interessante. Collera, aggressività, opposizione e ritiro possono essere le conseguenze esteriori, mentre questo conflitto lo spinge verso una grande sofferenza.
Per il bambino plusdotato l’identificazione al gruppo è difficile perché si sente diverso dagli altri, fatica a condividerne gli interessi e si meraviglia che ciò che lo interessa lascia gli altri indifferenti. Il rischio è che il bambino plusdotato si difenda costruendosi un mondo a sua misura, estraniandosi da ciò che è esterno e accentuandone l’isolamento.
Bambini superdotati a scuola
I punti di forza dei bambini plusdotati sono:
A livello cognitivo e degli apprendimenti l’acquisizione precoce del linguaggio e della capacità di lettura, un vocabolario ampio e uso di frasi complesse, eccezionali capacità di memoria, ricerca di approfondimento anche ponendo continue domande, interesse per concetti astratti e relazioni causali, identificazione degli aspetti salienti del problema e ricerca rapida di soluzioni spesso creative e innovative (pensiero divergente), eccezionali competenze in una materia specifica o in più materie, apprendimento rapido e precoce rispetto ai coetanei, uso dell’intuizione, capacità di connettere concetti anche complessi, produzione orale ricca e fluente.
A livello personale e interpersonale: elevato senso dell’umorismo, grande energia, spirito di indipendenza, tendenza al perfezionismo, elevate immaginazione, curiosità e creatività, sensibilità, elevato senso di giustizia ed equità, amano imparare, sono coinvolti mentalmente e fisicamente in quello che svolgono, lavorano intensamente e sanno generalizzare quello che apprendono.
I loro punti di debolezza sono:
La comprensione di concetti astratti e la forte sensibilità si associa a una difficoltà a gestire le emozioni intense che possono essere espresse con atteggiamenti errati o apparendo estremamente freddi. Manifestano specifiche paure più frequenti e intense rispetto ai bambini normodotati (atti di violenza, di morte, di guerre, di stragi nucleari, di epidemie, del buio, di rapimenti, di suoni strani, dei fallimenti scolastici, degli incubi, delle creature immaginarie, ecc.).
Preferiscono relazioni con adulti o bambini più grandi, causando isolamento dal gruppo dei pari (es. classe) e sentimenti di diversità e inadeguatezza. Vivono Esperienze di esclusione sociale.
Perfezionismo: la loro tendenza ad essere super performanti li porta a provare ansia e a temere il fallimento. Non accettano i limiti.
Difficoltà scolastiche: il basso livello dei contenuti scolastici può generare demotivazione, noia, frustrazione, sotto-rendimento, fino al rifiuto e all’abbandono scolastico.
Il metodo di studio è spesso non adeguato e la capacità organizzativa carente, così da aumentare il già difficile adattamento al contesto scolastico. A volte possono esserci delle conclamate difficoltà nell’apprendimento.
Importante è il ruolo del contesto: spesso famiglia e scuola, pur rendendosi conto del potenziale, non sono in grado di sostenerlo e di fornire stimoli, percorsi e strumenti adeguati. Così non si offre la possibilità al bambino di esprimersi e raggiungere livelli di creatività superiori, attivando un processo di adattamento malsano al contesto e alle richieste meno complesse e stimolanti.
Gli aspetti problematici che si manifestano fin dal primo approccio con la scuola sono :
- non sembrano sufficientemente stimolati dalla scuola;
- faticano a socializzare con i loro coetanei;
- perdono l’interesse ad imparare;
- hanno un rendimento scolastico al di sotto delle loro potenzialità;
- mettono continuamente in discussione l’autorità;
- manifestano problemi di comportamento;
- sono troppo ansiosi o impazienti;
- non vogliono unirsi ai giochi degli altri bambini;
- sono molto sensibili;
- hanno una bassa autostima;
- sono vittime di bullismo;
- non desiderano andare a scuola;
Capire le particolarità del pensiero, apprezzarne la specificità del suo funzionamento è indispensabile per la comprensione di un tale bambino per consentirgli un’integrazione riuscita e lo sviluppo della sua personalità, altrimenti la scuola diventa il luogo in cui si rivela la differenza del bambino plusdotato con gli altri, dove la sua differenza di funzionamento lo marginalizza poiché egli fatica ad adattarsi alle esigenze della scuola che non sempre comprende. Gli insegnati, da parte loro, faticano ad accettare questo bambino che sembra intelligente ma fatica a riuscire. Per il bambino plusdotato la ricerca di senso è al centro della sua attività intellettuale e non riesce ad accontentarsi di una risposta vaga, imprecisa o incompleta. Il bisogno di padroneggiare e controllare le cose è assoluto.
È frequente che I bambini plusdotati siano particolarmente brillanti in matematica, perché utilizzano modi di calcolo e di ragionamento differenti, senza però essere in grado di spiegare il proprio ragionamento e di giustificare i loro risultati. Il loro è un funzionamento intuitivo e ad essi appare con un’evidenza indiscutibile. Ciò pare dovuto alla predominanza dell’emisfero destro del loro cervello, sede del funzionamento analogico e intuitivo e del pensiero divergente, raramente conforme a ciò che è richiesto, diversamente dall’emisfero sinistro il cui funzionamento è più analitico. Le modalità di apprendimento e i processi di risoluzione dei problemi del bambino plusdotato sono atipici. Egli può saltare alcuni passaggi usuali dei processi mentali o utilizzare vie di risoluzione complesse e molto difficili da comprendere per i pari normodotati. Ciò rende difficile il suo apprendimento in ambito scolastico, dove le lezioni sono condotte tradizionalmente e sempre attraverso le stesse modalità.
Sul piano psicologico a volte i bambini plusdotati pagano un prezzo salato. Gli attacchi alla propria identità, l’incomprensione spesso totale e il sentimento di estraneità che essi vivono a causa delle confusa percezione della loro differenza, la loro difficoltà a integrarsi e a farsi accettare possono condurre a disturbi psicologici anche severi. Essi possono manifestarsi nella preadolescenza come disturbi del sonno, dell’alimentazione, disturbi del comportamento, mentre in adolescenza con patologie più gravi come depressione, delinquenza, atti suicidari. Tali disturbi si legano alla costruzione caotica e conflittuale dell’immagine di sé dovuta allo sfasamento costante che il bambino confusamente percepisce tra la sua identità e la singolarità di ciò che gli rinviano gli altri. Una difficoltà è rappresentata dalla sua estrema suscettibilità. Si sente spesso umiliato da un’osservazione banale, una riflessione insignificante. Per proteggersi dalla sofferenza provocata, reagisce con rabbia, nervosismo, aggressività, agitazione.
È importante aiutare il bambino a credere nelle sue capacità di riuscire e la sua scolarità sarà facilitata. Il bambino plusdotato ha in genere un QI superiore a 130, tuttavia la sua personalità è nel contempo ricca e fragile Non si tratta di quantificare l’intelligenza, ma di capire come accompagnarlo e aiutarlo nel suo sviluppo singolare. Non si tratta di sovrastimare le sue capacità, ma di dargli i mezzi per disporre delle competenze necessarie per avere fiducia in sé. Si deve valorizzarlo, incoraggiarlo, aiutarlo ad aggiornare il suo funzionamento, ad approfondirlo e arricchirlo. Il bambino plusdotato non fa apposta a non riuscire come, o meglio degli altri, semplicemente non lo sa fare perché non dispone dello stesso tipo di intelligenza e degli stessi processi di apprendimento e di comprensione degli altri
Questi bambini vivono con entusiasmo le nuove spiegazioni, le esperienze scolastiche particolarmente coinvolgenti, ma, in linea di massima, tendono ad annoiarsi di fronte ad attività utili per i compagni, ma ripetitive per lui. Talvolta assumono atteggiamenti provocatori e un po’ saccenti, correggono gli insegnanti, svalorizzano i coetanei. Non è raro che emergano comportamenti di instabilità psicomotoria e di trasgressione, a copertura del loro disagio.
Alcuni, per il fatto che riescono a comprendere i contenuti fin dalla prima spiegazione, non studiano e, per questo motivo, il loro rendimento tende a calare nelle ultime classi di scuola primaria, con un conseguente calo di autostima. Nella realtà scolastica essi percepiscono un messaggio più o meno esplicito: “tu devi funzionare come noi ti chiediamo”, “il tuo modo di pensare non è quello buono”, “tu non devi fare i compiti così”, “non è così che riuscirai” e simili. Lacerato da una realtà che gli rimanda la sua inadeguatezza il bambino plusdotato si sente disorientato e perde la fiducia in sé stesso e negli adulti che lo circondano.
È importante che gli insegnanti tengano conto delle caratteristiche del bambino, affinché egli possa sentirsi accettato nelle proprie capacità e sostenuto nelle difficoltà psicologiche che spesso si creano. Non accogliere la loro intelligenza come una risorsa per loro stessi e per l’intero gruppo dei coetanei, significa, ai suoi occhi, non accogliere qualcosa che fa parte di lui, come se si trattasse di una parte inadeguata.
Per questo è importante aiutare il bambino a considerare la propria intelligenza né come segno di distinzione e supremazia né come una componente da rinnegare; la scuola deve riconoscere la caratteristica che egli porta, assecondando gli interessi e utilizzando questi ultimi come veicolo di socializzazione. Esprimere le proprie capacità è un bisogno biologico imprescindibile e il compito degli adulti sta nel perseguire l’equilibrio tra questi bisogni e il desiderio di condividere esperienze con i coetanei. Il rischio da evitare è quello di trattare il bambino come un adulto, non concedendo regressioni e richiedendo il raggiungimento del successo. La scuola, pur conservando il suo funzionamento adatto alla maggioranza, deve poter accogliere la sua differenza nel modo di pensare e aprirsi alla diversità. La sua mancanza di interesse non riguarda ciò che impara a scuola, ma il modo in cui gli viene trasmesso. Comportamenti tipici di bambini con disturbo da deficit di attenzione (ADD) e iperattività (ADHD) possono essere esibiti anche da bambini gifted, ma le differenze balzano subito agli occhi, perché un bambino ad alto potenziale può apparire distratto agli occhi di un insegnante, ma poi perfettamente in grado di ripetere quanto ascoltato: cosa che spesso, invece, non è in grado di fare un bambino iperattivo, portato a perdere alcune parti del discorso e a non essere in grado di ricostruire un racconto secondo tutte le sue parti.
Il bambino superdotato e il compito dell’insegnante
L’insegnante assume grande importanza, contrariamente a quanto si può pensare; questi bambini non crescono da soli, ma hanno lo stesso bisogno di accoglienza dei coetanei.
L’insegnante, in questi casi, ha il compito di:
- assecondare gli interessi del bambino;
- interessarsi a lui;
- concedere l’esplorazione degli interessi e delle curiosità del bambino, senza insistere se si esauriscono e accettando eventuali atteggiamenti regressivi;
- evitare forzature;
- evitare di imporre modelli adulti nello svolgimento delle attività (perfezione esecutiva, standard elevati…);
- considerare che anche i bambini “troppo” intelligenti hanno bisogno di essere aiutati, perché la precocità intellettiva li rende più consapevoli e sensibili, li espone alla sofferenza, può comportare problemi a scuola, a causa della scarsa sincronia con il programma portato avanti dal gruppo;
- ricordare che anche l’alunno superdotato è un bambino e, come tale, ha bisogno di essere sostenuto e incoraggiato dagli adulti, per poter crescere con serenità;
- offrire al bambino l’opportunità di svolgere attività supplementari rispetto ai compiti scolastici ordinari;
Come sostenere un bambino plusdotato?
Il sostegno del bambino plusdotato richiede sicuramente energia, sforzo e un costante impegno da parte della famiglia e della scuola. Tuttavia è fondamentale attivare una risposta ai bisogni espressi da questi bambini.
A scuola le insegnanti dovrebbero personalizzare la didattica, fornendo materiale adeguato al livello intellettivo, più complesso e stimolante e in maggiore quantità così da combattere la noia che sorge in seguito alla rapida conclusione dell’attività data. Si deve considerare che se la didattica del nostro sistema scolastico favorisce l’apprendimento sequenziale, per le menti divergenti dei bambini gifted questa modalità risulta difficilmente in grado di essere organizzata.
Possibile anche accelerazione dei programmi e percorsi scolastici. Tutto questo aumenta la motivazione. Promuovere lavori di gruppo che permettendo all’alunno gifted di sperimentare la cooperazione con i coetanei ma allo stesso tempo attivare la sua intelligenza anche in modo creativo e assumere ruolo di leader positivo. Generare un clima classe favorevole e inclusivo.
Lavorare sulle problematiche emotive, aiutando a migliorare la gestione dell’ansia, delle paure, ridurre il perfezionismo maladattivo, insegnando a dare un nome e ad esprimere ciò che provano e gestire il fallimento.
Incrementare le capacità organizzative, di gestione dell’attività svolta e il metodo di studio.
I genitori devono allestire un ambiente stimolante, favorire l’espressione della creatività e di relazioni funzionali, fornire un modello adeguato di comportamento prosociale. Cooperare con la scuola in modo funzionale.
Quindi è fondamentale sostenere il potenziale di questi bambini per non perdere la loro originalità. Tuttavia accanto allo sviluppo intellettivo non bisogna dimenticare il loro essere bambini e quindi il bisogno di cura, affetto, divertimento, spensieratezza, accoglienza e ascolto.
Le traiettorie di sviluppo di questi profili propongono una rivisitazione più approfondita del soggetto plusdotato, che colga i tratti salienti e che tenga sempre in considerazione che ogni soggetto gifted è irripetibile e, di conseguenza, avrà uno sviluppo individuale e unico nel suo genere.
Sono stati individuati sei profili in cui vengono classificati I soggetti plusdotati che differiscono per i tratti di personalità, i bisogni manifestati e le modalità di espressione del proprio talento. Tali tipologie non vanno considerate in maniera rigida e vanno prese unicamente come linee guida.
- Il plusdotato di successo possiede concetti positivi di sé ed è soddisfatto e compiaciuto delle sue abilità, nonché desideroso di approvazione da parte di maestre, compagni e genitori. Ma, nonostante la sua abile capacità a ottenere buoni risultati, spesso gli mancano le competenze necessarie per apprendere in modo approfondito e autonomo. Infatti, il tipo di conoscenza che possiede è perfettamente conforme ai programmi scolastici, manca però l’interessamento verso argomenti differenti.
- Il plusdotato creativo possiede una personalità forte e positiva, che però può essere accompagnata da labilità emotiva, area in cui manifesta livelli più bassi di autocontrollo e, in generale, scarso interesse a uniformarsi alle aspettative.
- Il plusdotato sotterraneo è particolarmente difficile da individuare rispetto ai precedenti in quanto caratterizzato da strategie di adattamento disfunzionali che tendono ad evitare la possibilità di esprimere le proprie abilità. Egli percepisce una dissonanza relativa alla riuscita dei propri obiettivi e la svalutazione delle proprie capacità, avvertendo pressioni di fronte alle situazioni che potrebbero determinare positivamente la sua riuscita scolastica e professionale.
- Il quarto tipo è il cosiddetto “soggetto antisociale a rischio” e presenta problematicità su vari fronti. Nello specifico, egli presenta problematiche emotive e comportamentali espresse in azioni di disturbo e stati di crisi, potendo provare stati emotivi intensi, come rabbia espressa attraverso l’acting out, andando alla ricerca di sensazioni forti e nutrendo aspettative irrealistiche su di sé.
- Il “plusdotato due volte eccezionale” che presenta una forma di disabilità fisica o emotiva e per tale motivo, non è quasi mai identificato come soggetto di talento. Egli infatti manifesta comportamenti di disagio che non vengono associati alla plusdotazione, come ad esempio avere una scrittura incomprensibile o mettere in atto comportamenti distruttivi, che non gli permettono di seguire le lezioni scolastiche. Inoltre, sembra sperimentare un alto livello di stress, che si associa a disturbi dell’umore e di ansia, con frequenti vissuti di frustrazioni, scoraggiamento e isolamento.
- Il plusdotato “autonomo nell’apprendere” rappresenta invece una tipologia in grado di esprimere la plusdotazione nella maniera più funzionale e potenziata. Il soggetto possiede alti livelli di autoefficacia, obiettivi autodefiniti, buona disposizione nel perseverarli, ricerca delle sfide, ha una visione incrementale delle proprie capacità e coraggio nella gestione della propria giftedness. Inoltre, il suo obiettivo sembra più focalizzato sull’apprendimento che sulla buona riuscita scolastica e professionale. Nonostante la sua efficacia e buona funzionalità, egli potrebbe comunque avere bisogno un affiancamento e supporto su come autogestirsi e fronteggiare i costi psicologici e sociali del suo successo.
Riassumendo i bambini plusdotati hanno delle caratteristiche che spesso portano a problemi di comportamento sociale ed emotivo che possono influenzare il loro sviluppo. Per comprendere il bambino ad alto potenziale cognitivo, è buona norma capire come la ‘’giftedness’’ può influenzare il comportamento.
Problemi dovuti alla disarmonia evolutiva.
I bambini plusdotati possiedono elevate capacità intellettive. Queste innate potenzialità, spesso, portano i genitori a prediligere in modo inconsapevole la stimolazione culturale, a volte sottovalutando quella corporea. Ecco quindi che questi bambini si ritrovano a possedere nozioni ed abilità che normalmente non vengono insegnate prima di un certo livello di sviluppo, come ad esempio leggere e scrivere. E dove sta la difficoltà? Il problema è che, molto spesso, per poter conseguire queste abilità il bambino trascura una fondamentale competenza che i pari età coltivano in modo maggiormente continuo, quella fisica e corporea.
Problemi dovuti alle elevate competenze verbali.
Un ulteriore categoria di difficoltà che il bambino plusdotato può incontrare riguarda le notevoli capacità verbali che possiede ed il conseguente anticipato accesso a concetti ed argomenti che normalmente restano preclusi ai pari età.
Essendo molto dotati intellettualmente, questi bambini possono infatti comprendere concetti astratti e complessi ma può accadere che si ritrovino a far fronte a tali concetti a livello emotivo e non intellettuale.
Può quindi succedere che abbiano intense preoccupazioni, se non addirittura ansia, nei confronti della morte, del futuro, del sesso e di altre questioni relative al mondo adulto. A causa del loro sofisticato vocabolario e dell’avanzato senso dell’umorismo i bambini plusdotati possono essere facilmente fraintesi, soprattutto dai coetanei. Questo può farli sentire inferiori e respinti.
Il perfezionismo è un problema.
Generalmente, i bambini plusdotati cercano di portare a termine i loro compiti in modo estremamente adeguato. Questo perfezionismo può portare a grandi difficoltà in ambito scolastico. La ricerca della perfezione può infatti portarli ad essere incapaci di completare un compito, anche se sarebbero perfettamente in grado di farlo. Proviamo ad esempio a pensare ad un dettato in cui ogni lettera deve essere scritta perfettamente, allineata e senza imprecisioni o irregolarità.
Difficoltà caratteriali
Il perfezionismo può portare alla paura del fallimento, di conseguenza i bambini plusdotati possono arrivare ad evitare di provare a fare qualcosa per paura di fallire, fino a volte a sviluppare un disturbo oppositivo. A causa della loro grande sensibilità le critiche, le sgridate e la rabbia degli altri possono portarli a prendersela in modo eccessivo. Questi bambini infatti faticano a tollerare i propri insuccessi ed a farsi scivolare di dosso le critiche, con conseguenti e pesanti effetti sull’autostima fino a sfociare in veri e propri stati depressivi.
In sintesi:
Quali sono le caratteristiche principali della superdotazione intellettuale?
- apprendimento rapido;
- memoria eccezionale;
- grande curiosità;
- creatività e originalità;
- capacità innate;
- ipersensibilità;
- perfezionismo;
- indipendenza;
- grandi quantità di energia;
- si annoia facilmente;
- grande immaginazione;
- ottima capacità di attenzione e di concentrazione;
- necessità di stimoli continui.
Come riconoscere una persona plusdotata?
- ottima memoria;
- spiccata creatività;
- presenza di abilità speciali;
- grande interesse per imparare cose nuove;
- inizia a parlare e a scrivere prima degli altri bambini;
- livello lessicale molto alto;
- grande capacità di concentrazione;
- tendenza ad annoiarsi in classe;
- impara con facilità e rapidità;
- capacità di comprendere concetti molto complessi.
Quali problemi devono affrontare i plusdotati?
- difficoltà di adattamento;
- spiccata sensibilità;
- irritabilità;
- isolamento sociale;
- difficoltà nelle relazioni sociali;
- perfezionismo;
- difficoltà nel seguire le regole;
- tendenza a soffrire di ansia o di depressione;
- difficoltà a livello scolastico;
- problemi di autostima;
- tendenza a essere vittime di bullismo.
Com’è organizzato il sistema cognitivo di una persona plusdotata?
- cervello in continuo stato di iperattività, dotato di connessioni fulminee che si dispiegano simultaneamente in tutte le regioni: un brulichio neurale costante che incrementa il potenziale cognitivo, ma che diventa molto difficile da canalizzare;
- ricettività sensoriale esacerbata: il plusdotato è in grado di elaborare e analizzare un maggior numero di dati della stragrande maggioranza di noi;
- elaborazione arborescente delle informazioni con una ramificazione, rapida di associazioni di idee che faticano a trovare una struttura; in pratica, l’elaborazione delle informazioni provenienti dall’esterno e dall’interno e simultanea, il che significa che ogni messaggio viene processato insieme a tutti gli altri;
- deficit di inibizione latente: costringe il sistema cerebrale a integrare tutte le informazioni provenienti dall’ambiente senza una selezione preliminare, in altre parole, il plusdotato trova tanto faticoso organizzare e strutturare il suo pensiero;
- Il plusdotato è campo-dipendente: smarrito nel flusso vorticoso della sua percezione della realtà, è incapace di estrapolare l’essenziale perché non riesce a compiere le distinzioni necessarie a un’elaborazione rapida e efficiente delle informazioni ricevute;
- rendimento in base al contesto: il plusdotato lavora in modo efficiente solo se deve confrontarsi con un numero ristretto di informazioni: in un compito chiuso è rapido è concentrato ed efficiente, mentre in un compito aperto girandole di idee e informazioni si rincorrono a ritmi frenetici;
- intelligenza intuitiva: il plusdotato pensa per immagini, il linguaggio, le parole e la struttura verbale non sono il suo punto forte
In altre parole, essere plusdotato non significa essere più intelligente degli altri, bensì possedere una diversa intelligenza.